lunedì 22 novembre 2010

Questo è per te, Soraya

Per i giovani dei paesi poveri il calcio, più che un bellissimo sport, è un'opportunità di uscire dalla miseria e raggiungere quella meta assai ambita chiamata successo. Così è capitato a Bernardo Cifuentes, un ragazzo che a quattordici anni ha cominciato a mettersi in luce come attaccante in una squadra di quartiere, il Cerveceros di Asuncion, e nel 2001 ha vinto il titolo di campione nel torneo dei quartieri nella capitale paraguaiana. L'azienda produttrice di birra che sponsorizzava la società sportiva non investiva granché: uno stadio piuttosto squallido in cui l'illuminazione funzionava di rado, le magliette con il marchio della birra e una decina di posti riservati ai dirigenti che di solito restavano vuoti. Ma un giorno, quando mancavano due partite alla vittoria del titolo, un italiano andò allo stadio, si sedette in uno dei posti disponibili e notò Bernardo Cifuentes, che quel giorno segnò due gol.
L'italiano era scout e procuratore di molti calciatori. Il suo compito era scoprire talenti e così girava paesi dell'Africa e dell'America latina come un mago Merlino in grado di cambiare il destino dei dilettanti. Nella casupola che faceva da spogliatoio, si avvicinò al giocatore e, dopo essersi complimentato con lui, gli domandò se gli sarebbe piaciuto giocare in una squadra europea di serie B. Cifuentes, che aveva appena compiuto diciott'anni, si mise semplicemente a piangere dall'emozione e in mezzo alle lacrime capì che quella sera stessa, una volta finita la festa per celebrare la vittoria, avrebbe parlato con i genitori di Soraya e avrebbe chiesto la mano di quella bella ragazza che sapeva dire ti amo in spagnolo e in guaranì con identica sincerità.
Per Cifuentes la festa fu breve e quando arrivò a casa della fidanzata, la trovò strana. Le raccontò dell'offerta di andare a giocare in Europa, pensa un po', in Europa!, le disse, e quando stava per aggiungere che sicuramente, nel giro di poco, si sarebbe trovato a giocare accanto a Ronaldo o a Zamorano, si accorse che la ragazza era come assente, che l'emozione non la contagiava.
Anche la confessione fu breve: Soraya si era innamorata di un altro ragazzo di cui preferiva non rivelargli il nome. Le dispiaceva molto, moltissimo, e gli augurava buona fortuna nel calcio.
Le formalità burocratiche furono rapide, l'italiano pagò alla società sportiva la cifra che gli venne chiesta, consegnò un anticipo al giocatore e lo accompagnò a fare il passaporto e il visto Schengen per l'Italia.

2 commenti:

  1. Ma specificare che questa è una storia raccontata da Sepùlveda non vi sembra un attimo d'obbligo? ( Foto di gruppo con assenza, ultimo capitolo, Luis Sepùlveda)

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  2. Chiedo venia, non avevo visto che c'era una seconda parte. Quel che giusto è giusto ;) pardon

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