venerdì 19 dicembre 2008

De panegiricum Cassanenses


Sento proprio il bisogno di dirlo, con un sospiro intenso e compiaciuto: "Ah, come gioca Cassano..."
Dopo averlo visto in azione con la sua Sampdoria ieri sera nell’impresa del Marassi contro i quotatissimi avversari del Siviglia non posso far altro che tessere le lodi del Peter Pan del nostro calcio e,ormai, ex ragazzo indisciplinato e ribelle di Bari Vecchia; sì, quello che faceva impazzire il maestro Don Fabio con le sue proverbiali “cassanate”. Ora “Fantanantonio” è un ragazzo maturo, capace di prendersi sulle spalle una modesta Sampdoria e di trascinarla a colpi di genio nei sedicesimi di finale di Coppa Uefa. Ormai è diventato l’idolo incontrastato del Marassi e sarebbe un vero delitto non considerarlo in vista dei prossimi mondiali sudafricani.
Quello ammirato in questo scorcio di stagione è forse il miglior Cassano di sempre, dal punto di vista fisico e mentale. È riuscito a limare quegli endemici difetti della sua personalità: un’approssimativa condizione fisica, dettata da un discutibile regime alimentare(vedi le parodie delle tv spagnole, dove Cassano veniva dipinto come un grassone divoratore di merendine), una preoccupante discontinuità di rendimento e la sua indisciplina dentro e, soprattutto, fuori dal campo. Non passi l’idea che sia diventato uno spocchioso “primo della classe”: il ragazzo ha conservato quell’animus da istrione e da “uomo-spogliatoio”, capace in questi anni di permettergli di accattivarsi le simpatie dei suoi compagni di squadra(un po’ meno della stampa, in virtù della sua nota reticenza a rilasciare interviste ai giornalisti, ulteriore aspetto in cui ha fatto registrare notevoli progressi). Un Cassano che dice(al bordo-campista di la7 Bruno Vesica): “Non ho mai corso così tanto come stasera” e che saluta il passaggio ai sedicesimi di Uefa come un’impresa storica desta impressione, specialmente per un giocatore abituato a ben altri palcoscenici.
Il suo modo di controllare e proteggere la palla con il fisico, la sua visione di gioco, i suoi dribbling funambolici dovrebbero essere mostrati in qualsiasi scuola calcio che si rispetti, ma dovrebbero ispirare ed essere fonte di apprendimento anche per alcuni giocatori di prima fascia, con qualche carenza in questo tipo di fondamentali(vedi Pato alla voce “protezione della palla”). Ovviamente l’idea di vederlo con la casacca rossonera è quanto mai allettante e stuzzicante, ma, da romantico del calcio, spero diventi una bandiera dei blucerchiati, cosa più unica che rara in un calcio governato dal dio danaro e da sfrenati sogni di gloria: un calcio che ha progressivamente relegato alla voce “anacronismo” il termine “bandiera”. In questo senso ammiro il presidente De Laurentiis per la sua posizione nei confronti dei presunti fuggitivi del suo Napoli, in primis Lavezzi. Lodi al Cassano giocatore, dunque, trascinatore e simbolo di una fazione; stendiamo un velo pietoso sul Cassano scrittore, ma questa è un’altra storia, del tutto insignificante.

Ti abbandoni, liberi le mani, non ti piace stare sveglio, meglio di così... ("Peter Pan", Enrico Ruggeri)

1 commento:

  1. anche perchè il Cassano scrittore è in realta il magico Pierluigi Pardo, dato l'analfabetismo del barese...
    Grande articolo, grande Pego! si vede che sei tornato da Berlino, il blog è di nuovo vivo e vegeto...

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